Quali sono le migliori tecniche seo e perché è bene usarle?
Seguire delle tecniche seo per il proprio sito (aziendale o meno) è ormai indispensabile per guadagnare in termini di visibilità nella top ten di Google.
Tuttavia questi metodi se lasciati a se stessi non sono funzionali in quanto occorre costruirci intorno dei contenuti validi e ottimizzati. Avrai sentito parlare tante volte di SEO (Search Engine Optimization) e di tutti le tecniche fondamentali per avere risultati certi. Ecco, è bene sapere che di certo (quando si parla di Google) non esiste niente e che la seo è un’arte e in quanto tale non ha risultati certi, come vogliono farti credere.
Quello però che posso dirti è che l’attuare queste tecniche sarà un valido aiuto al completamento della tua strategia di blogging, il tutto se unito ad una grafica piacevole e ovviamente buona scrittura.
Segui la guida e i risultati ti arriveranno. I lettori si affezioneranno a te. Sei pronto? Iniziamo!
INDICE ARGOMENTI:
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Ottimizzazione del titolo e sottotitoli
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Parole chiavi – Keywords
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SEO Long Tail
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Seo Mobile Friendly
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TAG ALT immagini
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Lunghezza contenuti
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Link interni ed esterni
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XML Sitemap
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Mantenere i contenuti aggiornati
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Utilizzo dei Social Media
1. Ottimizzazione del titolo e sottotitoli
Ti sarai chiesto perché c’è tutta questa ossessione nell’indicizzare, ottimizzare i titoli e tutti i codici html, vero? Prima di tutto sono fondamentali per capire l’argomento del tuo articolo sia per chi ti legge che per Google stesso, inoltre servono ai Motori di Ricerca. Ma nella SERP è importante l’uso delle tag perché il loro utilizzo posiziona meglio o peggio il tuo sito.
Però è importante anche fare una distinzione per quanto riguarda la struttura del sito che vuoi migliorare. Hai un sito HTML/CSS classico? Un HTML5 OnePage (pagina unica a scroll) o magari un blog WordPress? Ti posso assicurare che il metodo di ottimizzazione dei titoli e sottotitoli cambia.
Ipotizziamo un semplice pagina Html?
Bene, partiamo dal Tag Title:
<h1>Com’è bello far l’amore da Trieste in giù!</h1> (Tag H1 – è il titolo della pagina)
poi dopo il titolo è bene inserire il paragrafo con i codici <p> e </p> di chiusura.
Per usare i sottotitoli esempio:
<h2>Scopriamo i motivi…</h2> (Tag H2 – titolo più piccolo)
<p>paragrafo con testo sotto al h2</p>
<h3> Sottotitolo in grassetto a 14px</h3> (Tag H3 , misura del font inferiore)
Poi si può aggiungere H4 / H5 / H6 e sotto ad ognuno un paragrafo <p></p>.
Mi spiace ma in caso di sito semplice (senza CMS) ti tocca farlo a mano o con programmi editor come Dreamweaver!
Invece se hai WordPress è tutto molto facile!
Come puoi vedere dall’immagine, per scegliere e utilizzare un tag basta solo cliccare e in automatico la tua scritta diventerà grande e in grassetto! Niente codice html, niente h1/h2/h3 da scrivere a mano.. un click!
2. Parole chiavi o Keyword
Quante volte avrai sentito parlare dell’utilizzo strategico delle parole chiavi o keywords e usarle al meglio negli articoli? Si, perché quando si parla di tecniche seo si parla di quelle strategie volte a migliorare la visibilità del nostro sito e le keyword sono fondamentali per l’algoritmo di Google. Tutto funziona tramite ricerche di parole chiavi e se non utilizzi quelle giuste non ti troveranno mai: quindi come fare?
Partiamo dalla base. Sai cosa cosa sono le parole chiavi? La parola chiave può essere singola o composta da due o più parole e rappresenta (nella ricerca) un bisogno, la necessità di informazioni su qualcosa. Esempio: Scarpe Nike, Hotel Roma ecc..
Possono essere di vario tipo a seconda di quello che cerchiamo. Una chiave “secca”: Juventus. E’ una keyword rivolta ad un brand, quindi è innanzitutto commerciale. Oppure una chiave composta da due o più parole: Melanzane alla parmigiana. (Prova una chiave di ricerca)
Tornando ai bisogni, prima di scrivere e pubblicare un articolo su un determinato tema, è bene analizzare i metodi di ricerca del pubblico attraverso degli strumenti appositi gratuiti come Ubersuggest, KeywordTool.io, e capire dai dati forniti quali parole è meglio utilizzare.
Prendiamo ad esempio la parola generica “albergo” e guardiamo i risultati suggeriti.
Come si vede dall’immagine, Ubersuggest mostra le ricerche fatte dagli utenti inerenti la parola “albergo” e fornisce ulteriori dati come il “volume di ricerca”, “CPC- Costo Per Click” e quanto quella parola è competitiva/difficoltosa.
Quindi, nel caso tu voglia fare un articolo a tema turistico sugli alberghi, valuterai a chi vuoi rivolgerti (pubblico e zona di interesse) inserendo parole generiche con volume alto ma ti consiglio anche keyword più specifiche in modo da raggiungere le persone che hanno quella determinata richiesta (pubblico ridotto che diventa nicchia) ma con più visibilità e click. Questo metodo si chiama Seo Long Tail, di cui parleremo nel punto 3.
3. Seo Long Tail
Seo Long Tail o Parole chiavi a coda lunga. Come possiamo vedere dal grafico sopra il 70% delle ricerche effettuate dagli utenti sono long tail: cosa vuol dire? Ricerche specifiche. L’utente ha una richiesta o bisogno specifico da soddisfare e cerca esattamente quello, non interessa la ricerca generica. (Es. “Come creare un sito in WordPress”)
Detto ciò, se fai un post che va a soddisfare un bisogno specifico delle persone si abbassa il traffico (che però diventa di qualità) ma aumenta la possibilità di click, di conversione e si abbassa la concorrenza con gli altri siti web (a volte anche quelli molto grandi) . Il tuo articolo diventa di nicchia perché rivolto ad una piccola parte del traffico web ma ti offre moltissima visibilità rispetto ad una ricerca generica in cui c’è ampia competizione.
La Long Tail è molto efficace se usata a scopo di vendita, commerciale: ti permette di avere un pubblico specifico, di qualità. Se applicata ad una buona strategia con l’utilizzo di una landing page (pagina di atterraggio) ti porterà a vendere un prodotto con molta più probabilità. La puoi, in alternativa, utilizzare per aumentare il traffico al tuo blog ( se nuovo ) e applicando una landing page adatta hai la possibilità di incrementare le iscrizioni alla newsletter.
Come vedi, le chiavi a coda lunga hanno un utilizzo vario a seconda della strategia e del tuo obiettivo.
Tool Consigliati per le ricerche: KeywordTool.io , UberSuggest , SEMrush (ita) , SeoZoom (ita).
[In questi link suggeriti non c’è alcun uso di affiliazione]
4. Seo Mobile Friendly
Guardando le statistiche ben il 58% delle persone navigano e guardano siti dal loro smartphone (e pare in futuro tenderà ad aumentare) e questo dato va tenuto in considerazione ogni qualvolta scrivi un articolo sul sito o crei un sito nuovo.
In cosa consiste l’ottimizzazione testuale mobile?
La lettura di un articolo da mobile è differente rispetto a quella desktop proprio per le caratteristiche del dispositivo. Le dimensioni dello schermo sono limitate e questo cambia il metodo di lettura: più veloce e si preferiscono testi con brevi periodi.
Stessa cosa vale per i tablet, sebbene abbiano uno schermo più ampio.
Cosa è il Google’s Mobile-First Index?
Dopo aver effettuato test per circa un anno, Google ha introdotto una nuova “regola” per le indicizzazioni, ovvero: vengono visualizzati (nella ricerca mobile) prima quei siti che sono ottimizzati per mobile. Non solo, i siti che hanno un mobile friendly al 100% avranno una maggiore visibilità indipendentemente dal dispositivo che usiamo per la ricerca (desktop/mobile). Quindi che dici, conviene renderlo mobile friendly?
Come posso verificare se il mio blog è seo mobile friendly?
Ci sono strumenti, alcuni forniti da Google stesso, che ti risolvono questo dubbio. Ad esempio:
Il test mobile di Google alla fine dell’analisi fornisce i risultati ed eventuali migliorie da poter applicare al sito.
Il team di Google stesso dice “L’accesso al Web da dispositivi mobili è in costante aumento. Sviluppa i tuoi siti web ottimizzandoli per i dispositivi mobili affinché le pagine presentino un buon rendimento su tutti i dispositivi. La Search Console ti avvisa di eventuali errori critici sul sito, ad esempio contenuti compromessi, e semplifica la gestione della visualizzazione dei tuoi contenuti nella ricerca.”
[bctt tweet=”Il team di Google stesso dice “L’accesso al Web da dispositivi mobili è in costante aumento. Sviluppa i tuoi siti web ottimizzandoli per i dispositivi mobili affinché le pagine presentino un buon rendimento su tutti i dispositivi. La Search Console ti avvisa di eventuali errori critici sul sito, ad esempio contenuti compromessi, e semplifica la gestione della visualizzazione dei tuoi contenuti nella ricerca.”” username=”eggia_media”]
Altro strumento per fare test e verificare che tutto sia ok è SmallSEOtools : Facile e veloce!
Occorre inserire la URL del tuo sito o blog e in pochi secondi avrai il risultato! Tool pratico e veloce.
Passiamo al quinto punto dell’articolo: i cosiddetti tag ALT.
5. Tag ALT nelle immagini
Il testo alt, che sta per alternative, è spesso ignorato dai webmaster nella creazione di siti in quanto non considerato utile al fine di un sito. Questa piccola stringa di codice è nata per permettere a Google di “leggere” le immagini e aiutare persone ipovedenti nella visione di una pagina web. Infatti, nel tag ALT, si inserisce tra gli apici la descrizione della foto appena caricata come nell’esempio che ti ho riportato qui sotto:
<img src=”tovaglia.png” alt=”tovaglia a fiori per 6 persone” width=”125″ height=”96″>
Nel caso di un browser testuale l’immagine non viene caricata ma c’è in chiaro la descrizione che ho appena inserito. Fin qui tutto chiaro?
Come si inserisce il tag ALT in WordPress?
La stringa di codice che ti ho riportato sopra in WordPress la puoi mettere automatica. Quando?
Quando inserisci una foto nei media, trovi alla tua destra diversi box :Url / Titolo / Didascalia e infine il testo alternativo!